Vogliamo tutto: questa è la richiesta che le persone lesbiche, gay,
bisessuali, transessuali e transgender, queer e intersessuali
rivendicano con il Roma Pride 2012. Il Pride è il momento di massima
espressione della nostra battaglia per il riconoscimento della
parità, dignità e libertà di vivere e amare senza ingerenze
religiose, moralistiche e ideologiche. Nel Pride sta la forza di una
comunità che si trova unita nell’orgoglio per quello che si è,
nelle rivendicazione di una piena uguaglianza, nella gioiosa
visibilità individuale e collettiva, nell’allegria di un giorno di
festa e condivisione.
Vogliamo
tutto e lo otterremo nello spirito di Stonewall, attraverso
la nostra lotta di liberazione che ripudia ogni forma di violenza,
autoritarismo e totalitarismo e proclama come fondativi di una
società democratica i valori dell’antifascismo, dell’antisessismo
e dell’antirazzismo.
Vogliamo
tutto, perché ciascuna e ciascuno di noi merita ed esige
riconoscimento e tutela,
sia nella sua individualità, sia nelle forme di affettività e
condivisione che desidera. Vogliamo essere libere e liberi di
scegliere e di esprimere le nostre identità, con i nostri corpi e
con la nostra fisicità, anche fuori dai canoni standardizzati,
attraverso un percorso di autodeterminazione e promozione delle
differenze.
Vogliamo
tutto per la realizzazione del nostro progetto di vita e d’amore;
vogliamo tutto per noi, i nostri affetti, le nostre famiglie e i
nostri figli: dal matrimonio civile per le coppie formate da persone
dello stesso sesso, su un piano di piena uguaglianza formale e
sostanziale con quello delle coppie eterosessuali, al riconoscimento
delle differenti forme di affettività e relazioni che ciascuna e
ciascuno di noi possa scegliere liberamente.
Vogliamo
tutto, vogliamo istituzioni e leggi realmente laiche,
che sono la piena garanzia della libertà e della autodeterminazione
delle persone nelle loro scelte di vita, religiose e filosofiche,
lontane da impostazioni da stato etico che confondono peccato con
reato o illecito, puntando a imporre un modello unico di società a
cui uniformarsi.
Vogliamo
tutto, vogliamo poter vivere liberamente la nostra identità di
genere,
per questo chiediamo legittime tutele a favore delle persone
transessuali, transgender e intersessuali che vivono forti
discriminazioni e abusi nei diversi ambiti della propria esistenza.
Vogliamo
una società priva di ogni forma di discriminazione e violenza
omo/trans/lesbofobica. Vogliamo
interventi legislativi, culturali, informativi e di sensibilizzazione
per il contrasto di ogni forma di pregiudizio legata all’orientamento
sessuale e all’identità di genere.
Vogliamo
tutto, consapevoli che la
crisi attuale non può essere utilizzata per sottrarre e restringere
spazi di libertà e di cittadinanza a quei soggetti che già in un
periodo “pre-crisi” ne pagavano il prezzo sociale, economico e
culturale maggiore,
consapevoli che i parametri economici, come lo spread e il P.I.L. non
misurino il benessere, la realizzazione e la felicità di ciascuna e
ciascuno e vogliamo che governo e istituzioni riconoscano tutti i
diritti e le garanzie che ci spettano.
Vogliamo
una riforma radicale del sistema di welfare,
a oggi fondato prevalentemente sull’istituto familiare. Vogliamo un
welfare universale, che consideri sia le famiglie sia gli individui,
attraverso un sostegno reale al reddito come strumento di concreta
autonomia delle persone, di tutela dall’emarginazione sociale e,
soprattutto per i giovani e per gli anziani, di indipendenza dalla
famiglia d’origine.Vogliamo tutto per costruire, insieme a tutte le
forze vive del Paese, un tessuto culturale e sociale
aperto e inclusivo, che faccia delle differenze una ricchezza.
Vogliamo tutto, vogliamo parità di accessibilità all’informazione,
alla formazione e alle attività della vita quotidiana in genere
anche per chi, come le persone sorde, sconta il fatto di far parte di
una minoranza linguistica che lotta da anni per il suo riconoscimento
e la visibilità della sua diversità.
Vogliamo
tutto, in un percorso comune a quanti subiscono gli effetti più duri
di stigma, emarginazione, discriminazioni e violenza:
donne, migranti, diversamente abili, lavoratori precari e sfruttati,
Rom, credenti di minoranze religiose, giovani e studenti. Uniti a chi
ancora crede nei valori dell’uguaglianza, della dignità umana e
delle differenze. Insieme si può costruire e regalare un Paese più
giusto, libero, laico e democratico.
Vogliamo
tutto, vogliamo un’informazione corretta e non affetta da
pregiudizi e moralismi sulle malattie sessualmente trasmissibili,
così come vogliamo interventi per combattere lo stigma sociale che
colpisce le persone in HIV,
con una particolare attenzione a campagne di prevenzione e
sensibilizzazione riguardo alla sieropositività e all’AIDS, nel
rispetto di una sessualità libera e consapevole.
Vogliamo tutto, vogliamo che l’appartenenza all’Unione Europea
non si traduca nelle misure di austerity che mortificano la
maggioranza della popolazione, nei tagli indiscriminati alla spesa
sociale e nell’abbassamento generale dei diritti delle lavoratrici
e dei lavoratori. Vogliamo che l’idea di Europa si basi
sull’allargamento dei diritti, civili e sociali, indipendentemente
dal paese di origine, in un’ottica di avanzamento e non di
regressione, applicando i principi e i diritti sanciti della
Convenzione Europea per la salvaguardia dei Diritti dell’uomo e
delle libertà fondamentali. All’Europa dell’austerity vogliamo
sostituire l’Europa dei diritti.
Vogliamo
quindi che ogni persona veda riconosciuta, tutelata e promossa la
propria specificità e vogliamo che le istituzioni assicurino a tutte
e tutti il pieno godimento dei propri diritti, della propria dignità
e della propria libertà. I
partecipanti al Roma Pride 2012 vogliono costruire, attraverso la
partecipazione e la diffusione di una cultura del rispetto reciproco,
una società accogliente, inclusiva e plurale.
Per
questo VOGLIAMO TUTTO! VOGLIAMO TUTTO E COSÌ LO OTTERREMO
Le
forze politiche, i partiti e le istituzioni, da troppo tempo distanti
e disattenti rispetto alla realtà sociale e civile del Paese, non
possono più ignorare le nostre chiare e forti richieste di parità,
dignità, laicità e libertà.L’evidente
evoluzione del tessuto sociale e civile, la crescente sensibilità
dell’opinione pubblica, le pressanti richieste delle istituzioni
europee e le recenti sentenze delle corti italiane indicano
chiaramente la strada da seguire in sintonia con alcuni punti
dell’agenda storica del movimento LGBTQI italiano e
internazionale.Per costituire uno Stato pienamente di diritto ogni
persona deve essere libera di vedere riconosciuto il proprio status e
la propria autodeterminazione come individuo e nelle relazioni
affettive. Per questo rivendichiamo:- il
riconoscimento del matrimonio civile per
le coppie formate da persone dello stesso sesso come sollecitato
dalle sentenze 138/2010 della Corte Costituzionale e dalla 4184/2012
della Corte di Cassazione.- il
riconoscimento pubblico delle unioni civili,
cui sia possibile l’accesso a unioni formate da persone dello
stesso sesso o di sesso diverso, attraverso una normativa differente
da quella del matrimonio.- un
nuovo sistema di diritti di singoli in un’ottica di welfare
individuale,
per continuare a inventare differenti forme di relazione, reti
affettive complesse e articolate, amori multiformi che lasciano
spazio alla libera scelta e all’imprevisto.
Per le nostre famiglie e per i nostri figli vogliamo:- estendere
al partner, genitore non biologico, la co-responsabilità sul minore-
estendere la possibilità di adozione alle coppie formate da persone
dello stesso sesso o a persone singole- l’abolizione della Legge
40, definendo una nuova legge che permetta l’accesso alla
procreazione assistita per singoli e coppie, anche dello stesso
sesso.
Vogliamo che la discriminazione basata sull’orientamento sessuale e
sull’identità di genere sia combattuta: – dall’estensione
della Legge Mancino (n.205/93)- da un sistema di
interventi sui media-da interventi formativi per i dipendenti
di tutte le amministrazioni e uffici pubblici, per gli insegnanti e
gli operatori scolastici, per le forze di polizia;- con percorsi
educativi rivolti a tutti gli alunni di ogni ordine e grado.
In particolare vogliamo che la Regione Lazio, in riferimento alla
mozione approvata nel 2009 e il Comune di Roma in riferimento alla
mozione dell’estate 2010, entrambe votate all’unanimità, si
dotino di provvedimenti adeguati.Vogliamo che la legge 211/2000
istitutiva della Giornata della Memoria includa il ricordo
dello sterminio sistematico di Gay, Lesbiche e Transessuali nei lager
nazisti, insieme a tutti gli altri “stermini dimenticati”:
Rom, Sinti, Disabili, Malati di Mente e Testimoni di Geova.Vogliamo
che le persone transessuali e intersessuali possano trovare nelle
istituzioni e nella società l’appoggio morale e materiale per
vivere pienamente e in maniera serena la propria identità di genere.
In particolare vogliamo che:- le cure, l’assistenza e le terapie
necessarie alla transizione di genere siano erogate dal sistema
sanitario nazionale.- il cambio anagrafico del nome proprio e
dell’identificativo di genere non comporti l’obbligo di
interventi chirurgici per le persone in transizione sessuale
ed intersessuali.- sia introdotta, in tutti i possibili campi
applicativi, di natura pubblica o privata, la possibilità di
scegliere identificativi di genere specifici per le persone
intersessuali e transessuali.- sia prevista l’applicazione
della direttiva europea 207/76 e della sentenza della Suprema corte
europea del 30/04/96 sulla parità di trattamento per accesso,
formazione, promozione professionale e condizioni di lavoro anche
alle persone che compiono la transizione di sesso.- la
transessualità sia rimossa dal D.S.M. V (Manuale
Diagnostico dei disturbi mentali) e dall’ICD 10,,
aderendo alla campagna Stop 2012 per ladepatologizzazione del
transessualismo e che per il trattamento vengano seguite le
linee guida proposte al benessere dell’individuo.- sia abrogato
l’articolo 85 del Decreto 773 del 1931 sul camuffamento e
mascheramento in pubblico.- siano definiti ed attuati i protocolli
per l’accertamento delle condizioni di rispetto dell’identità di
genere per le persone sottoposte a provvedimenti restrittivi.-siano
avviate campagne di sensibilizzazione e informazione sulla
transessualità, sull’intersessualità, e in
particolare siano rispettate le Linee Guida Etiche per la gestione
clinica di casi di Intersessualità salvaguardando il diritto
dell’autodeterminazione del singolo.Vogliamo che i
professionisti dell’informazione definiscano e adottino un codice
di autoregolamentazione per le materie LGBTQI come è stato già
fatto per minori e minoranze etniche nelle Carte di Treviso e Roma.
Vogliamo
che l’Italia diventi protagonista nel campo della difesa dei
diritti umani nel Mondo,
dando il massimo sostegno al lavoro dell’ONU per la
depenalizzazione dell’omosessualità e per l’abolizione
universale della pena di morte, ricordando che in taluni Paesi è
prevista anche per i reati di omosessualità e
transessualità.Vogliamo anche che l’Italia applichi pienamente la
direttiva europea 85 del 2005 e le norme internazionali riguardo lo
status di rifugiato per le persone perseguitate in patria per il loro
orientamento sessuale e la loro identità di genere.Vogliamo che
Regione, Provincia e Comune garantiscano parità di condizioni
riguardo gli interventi e i servizi attuati, per quanto di loro
competenza, rimuovendo ogni discriminazione derivante
dall’orientamento sessuale e identità di genere che comporti,
quindi, l’impossibilità di accesso a una piena cittadinanza delle
persone LGBTQI (con particolare riferimento alla Sanità,
all’assistenza economica, all’assistenza abitativa)Vogliamo che
Regione, Provincia e Comune promuovano una corretta informazione e
sensibilizzazione sulle malattie sessualmente trasmissibili e che
siano aumentati i finanziamenti alle realtà che si occupano di cura
e assistenza alle persone sieropositive e in AIDS.Vogliamo che gli
enti locali assicurino spazi e momenti di aggregazione, informazione
e sensibilizzazione sulla cultura del mondo LGBTQI incentivando,
anche attraverso stanziamenti economici, le diverse espressioni
culturali.