sabato 20 giugno 2009

L’autorganizzazione delle donne

confronto, presa di coscienza: ‘genere’??
L’iniziativa di oggi nasce dalla necessità che abbiamo sentito di rispondere ad una domanda, La domanda: perché e in che modo le donne si riuniscono per discutere problematiche di genere?
A partire da un’esigenza immediata, confrontandoci riguardo alle dinamiche che viviamo tutti i giorni all’università, nel mondo del lavoro, nella politica, nel contesto sociale in generale, abbiamo iniziato un’analisi di genere. I problemi che io vivo quotidianamente e che ho in comune con altre “persone”, guarda un po’ J , tutte donne, forse nascono dal fatto che viviamo una condizione specifica proprio in quanto donne. E questo è stato l’inizio: come studentesse, a partire dal nostro sentire comune e nel luogo che viviamo quotidianamente, ci autoorganizziamo.

percezione, discussione
Il nostro Laboratorio è nato dall’Assemblea Donne del movimento studentesco dell'Onda. La nostra riflessione ha avuto origine quindi in un contesto politico misto, in cui tutte abbiamo percepito che “qualcosa non andava”. Qualcosa non andava perché qualcuna di noi aveva difficoltà ad intervenire nelle assemblee e la necessità di ‘abbassare i toni’ non era condivisa da tutti, perché la divisione dei compiti era spesso prevedibile (agli uomini la discussione politica e alle donne l'organizzazione pratica, per schematizzare...), perché alcune tematiche che sentivamo più urgenti in quanto donne non trovavano spazio sufficiente in un luogo di discussione misto.
Per questo, come laboratorio, abbiamo scelto di elaborare un percorso non misto, per discutere le problematiche di genere e nel quale autorganizzarci come donne.

Autorganizzazione: perché uno spazio non misto
L’autorganizzazione, per quella che è stata la nostra esperienza, è proprio questo: è cercare una risposta a problematiche e a condizioni materiali che vivono e hanno, in comune, determinati soggetti. Da questa pratica viene la necessità di una separazione dal contesto più ampio vissuto quotidianamente, la necessità di un momento di analisi proprio dei soggetti in questione e vissuto solo da essi, che si declina nel nostro caso in un'assemblea di sole donne. La separazione non è vissuta però come una scelta definitiva, almeno nel nostro caso: è il punto di partenza per elaborare una riflessione e una rilettura, di genere, da riportare successivamente nel contesto più ampio.

luogo non misto come rafforzamento. (Vogliamo anche le lotte! :P)
Lo spazio non misto è anche un luogo in cui rafforzare la propria posizione per non subire dinamiche imposte da altri. E’ un metodo per evitare di interiorizzare una condizione subalterna e imputare le difficoltà che si riscontrano solo a questioni personali e caratteriali. Lo spazio non misto è, per noi, il punto di partenza per far vivere pratiche diverse anche nei luoghi misti. Nel laboratorio, quindi, nascono com’è naturale, anche delle rivendicazioni e delle lotte che andranno portate al di fuori di esso.

Confrontandoci..
Fuori dall'università esistono realtà di donne autorganizzate che, lavorando in diversi contesti sociali, costruiscono percorsi di analisi di genere scegliendo spazi, pratiche e modi diversi di agire. Consapevoli del fatto che le esperienze e le analisi che usciranno dal confronto di oggi possano arricchire la nostra DI analisi, abbiamo scelto di invitare ad intervenire queste realtà.


C’era una volta una donna. 
C’erano una volta due tre quattro cinque donne.
C’era una volta un gruppo  di donne.
Le donne cominciarono a parlarsi. 
Le donne cominciarono a discutere. 
Le donne cominciarono a riflettere sul fatto che erano donne.
Sul fatto che tutte loro erano donne. 
Che forse anche le altre donne erano donne. 
Che forse certi problemi che vivevano tutti i giorni, certe discriminazioni, certe difficoltà
Potevano dipendere dal loro essere donne.
Che dipendevano in effetti dal loro essere donne.
E da qui cominciava
L'AUTORGANIZZAZIONE DELLE DONNE.     




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