sabato 28 novembre 2009

comunicato take back the night per brenda

Roma - 20 novembre 2009

Stanotte a Roma una delle transessuali legate al caso Marrazzo è stata trovata morta, il cadavere bruciato.
Brenda era una delle tante sex workers che giorno e notte lavorano nell'illegalità, sfruttate ed umiliate, da un sistema omofobo, transfobico e repressivo.
Ogni giorno donne, lesbiche, omosessuali, transessuali, migranti vivono un'esistenza di marginalità e precarietà, nelle strade invase da ronde e picchiatori, diventano visibili solo quando salgono alla ribalta dei fatti di cronaca nera, picchiate, violentate, uccise.
Oggi 20 novembre, nella giornata mondiale in ricordo delle vittime di transfobia, un'ennesimo nome va aggiunto a questa lista: chiediamo che sia fatta luce su questa morte legata a doppio filo alla politica del potere, dei favori, delle mazzette. Vogliamo giustizia per Brenda.
Domani saremo in piazza: donne, lesbiche, migranti, transessuali in un corteo notturno per le strade di Roma, per riprenderci la notte, per affermare l'autodeterminazione dei nostri corpi, le strade della nostra città.
Verità e Giustizia per Brenda.
Take Back The Night!

21 novembre, Piazza Vittorio ore 18.30





Dopo anni di politiche sempre  più restrittive per la libertà di tutti ma soprattutto di tutte, culminate  con l'approvazione dei vari pacchetti sicurezza, abbiamo pensato  di dover ribadire cosa vuol dire sicurezza per noi e l'abbiamo fatto  sabato 21 novembre con una manifestazione notturna di donne, lesbiche  e trans: take back the night! Riprendiamoci la notte! 

Siamo scese in piazza per ribaltare  l´immaginario comune, che vede la notte associata all'insicurezza,  alla violenza, alla paura , tanto che col tempo noi stesse abbiamo imparato  a introiettare l´idea del pericolo del mondo esterno.

Take back the night è un percorso  autorganizzato che ha deciso di non limitarsi alla costruzione di sabato  21, ma è andato avanti sostenendo il presidio di femministe e lesbiche  sotto al CIE di ponte Galeria. Crediamo infatti che sia inaccettabile  che lo stato italiano in nome di una presunta sicurezza delle donne  (italiane) rinchiuda i migranti in delle struttre in cui sono proprio  le donne (migranti)le prime a subire violenza. Le coraggiose che come  Joy ed Hellen denunciano i tentativi di stupro ad opera dei loro carcerieri,  subiscono poi ritorsioni e minacce.

 E anche oggi, 28 novembre,  in occasione della manifestazione nazionale contro la violenza sulle  donne, torniamo in piazza a ribadire che la nostra sicurezza non è  fatta di telecamere, polizia o caccia al migrante, ma che passa per  l'autodeterminazione e la libertà di scelta, dentro e fuori le mura  domestiche.

Crediamo  che l'unica risposta possibile agli attacchi che stiamo subendo sia  l'autorganizzazione delle donne, in percorsi che riportino al centro  i nostri bisogni, le nostre rivendicazioni, il nostro protagonismo.




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