domenica 17 giugno 2012

Vogliamo tutto, senza più mediazioni, senza più rinunce, senza più tentennamenti.

Vogliamo tutto: questa è la richiesta che le persone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e transgender, queer e intersessuali rivendicano con il Roma Pride 2012. Il Pride è il momento di massima espressione della nostra battaglia per il riconoscimento della parità, dignità e libertà di vivere e amare senza ingerenze religiose, moralistiche e ideologiche. Nel Pride sta la forza di una comunità che si trova unita nell’orgoglio per quello che si è, nelle rivendicazione di una piena uguaglianza, nella gioiosa visibilità individuale e collettiva, nell’allegria di un giorno di festa e condivisione.
Vogliamo tutto e lo otterremo nello spirito di Stonewall, attraverso la nostra lotta di liberazione che ripudia ogni forma di violenza, autoritarismo e totalitarismo e proclama come fondativi di una società democratica i valori dell’antifascismo, dell’antisessismo e dell’antirazzismo. 
Vogliamo tutto, perché ciascuna e ciascuno di noi merita ed esige riconoscimento e tutela, sia nella sua individualità, sia nelle forme di affettività e condivisione che desidera. Vogliamo essere libere e liberi di scegliere e di esprimere le nostre identità, con i nostri corpi e con la nostra fisicità, anche fuori dai canoni standardizzati, attraverso un percorso di autodeterminazione e promozione delle differenze. 
Vogliamo tutto per la realizzazione del nostro progetto di vita e d’amore; vogliamo tutto per noi, i nostri affetti, le nostre famiglie e i nostri figli: dal matrimonio civile per le coppie formate da persone dello stesso sesso, su un piano di piena uguaglianza formale e sostanziale con quello delle coppie eterosessuali, al riconoscimento delle differenti forme di affettività e relazioni che ciascuna e ciascuno di noi possa scegliere liberamente. 
Vogliamo tutto, vogliamo istituzioni e leggi realmente laiche, che sono la piena garanzia della libertà e della autodeterminazione delle persone nelle loro scelte di vita, religiose e filosofiche, lontane da impostazioni da stato etico che confondono peccato con reato o illecito, puntando a imporre un modello unico di società a cui uniformarsi. 
Vogliamo tutto, vogliamo poter vivere liberamente la nostra identità di genere, per questo chiediamo legittime tutele a favore delle persone transessuali, transgender e intersessuali che vivono forti discriminazioni e abusi nei diversi ambiti della propria esistenza. 
Vogliamo una società priva di ogni forma di discriminazione e violenza omo/trans/lesbofobica. Vogliamo interventi legislativi, culturali, informativi e di sensibilizzazione per il contrasto di ogni forma di pregiudizio legata all’orientamento sessuale e all’identità di genere. 
Vogliamo tutto, consapevoli che la crisi attuale non può essere utilizzata per sottrarre e restringere spazi di libertà e di cittadinanza a quei soggetti che già in un periodo “pre-crisi” ne pagavano il prezzo sociale, economico e culturale maggiore, consapevoli che i parametri economici, come lo spread e il P.I.L. non misurino il benessere, la realizzazione e la felicità di ciascuna e ciascuno e vogliamo che governo e istituzioni riconoscano tutti i diritti e le garanzie che ci spettano. 
Vogliamo una riforma radicale del sistema di welfare, a oggi fondato prevalentemente sull’istituto familiare. Vogliamo un welfare universale, che consideri sia le famiglie sia gli individui, attraverso un sostegno reale al reddito come strumento di concreta autonomia delle persone, di tutela dall’emarginazione sociale e, soprattutto per i giovani e per gli anziani, di indipendenza dalla famiglia d’origine.Vogliamo tutto per costruire, insieme a tutte le forze vive del Paese, un tessuto culturale e sociale aperto e inclusivo, che faccia delle differenze una ricchezza. Vogliamo tutto, vogliamo parità di accessibilità all’informazione, alla formazione e alle attività della vita quotidiana in genere anche per chi, come le persone sorde, sconta il fatto di far parte di una minoranza linguistica che lotta da anni per il suo riconoscimento e la visibilità della sua diversità. 
Vogliamo tutto, in un percorso comune a quanti subiscono gli effetti più duri di stigma, emarginazione, discriminazioni e violenza: donne, migranti, diversamente abili, lavoratori precari e sfruttati, Rom, credenti di minoranze religiose, giovani e studenti. Uniti a chi ancora crede nei valori dell’uguaglianza, della dignità umana e delle differenze. Insieme si può costruire e regalare un Paese più giusto, libero, laico e democratico. 
Vogliamo tutto, vogliamo un’informazione corretta e non affetta da pregiudizi e moralismi sulle malattie sessualmente trasmissibili, così come vogliamo interventi per combattere lo stigma sociale che colpisce le persone in HIV, con una particolare attenzione a campagne di prevenzione e sensibilizzazione riguardo alla sieropositività e all’AIDS, nel rispetto di una sessualità libera e consapevole.
Vogliamo tutto, vogliamo che l’appartenenza all’Unione Europea non si traduca nelle misure di austerity che mortificano la maggioranza della popolazione, nei tagli indiscriminati alla spesa sociale e nell’abbassamento generale dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori. Vogliamo che l’idea di Europa si basi sull’allargamento dei diritti, civili e sociali, indipendentemente dal paese di origine, in un’ottica di avanzamento e non di regressione, applicando i principi e i diritti sanciti della Convenzione Europea per la salvaguardia dei Diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. All’Europa dell’austerity vogliamo sostituire l’Europa dei diritti.
Vogliamo quindi che ogni persona veda riconosciuta, tutelata e promossa la propria specificità e vogliamo che le istituzioni assicurino a tutte e tutti il pieno godimento dei propri diritti, della propria dignità e della propria libertà. I partecipanti al Roma Pride 2012 vogliono costruire, attraverso la partecipazione e la diffusione di una cultura del rispetto reciproco, una società accogliente, inclusiva e plurale. 
Per questo VOGLIAMO TUTTO! VOGLIAMO TUTTO E COSÌ LO OTTERREMO 
Le forze politiche, i partiti e le istituzioni, da troppo tempo distanti e disattenti rispetto alla realtà sociale e civile del Paese, non possono più ignorare le nostre chiare e forti richieste di parità, dignità, laicità e libertà.L’evidente evoluzione del tessuto sociale e civile, la crescente sensibilità dell’opinione pubblica, le pressanti richieste delle istituzioni europee e le recenti sentenze delle corti italiane indicano chiaramente la strada da seguire in sintonia con alcuni punti dell’agenda storica del movimento LGBTQI italiano e internazionale.Per costituire uno Stato pienamente di diritto ogni persona deve essere libera di vedere riconosciuto il proprio status e la propria autodeterminazione come individuo e nelle relazioni affettive. Per questo rivendichiamo:- il riconoscimento del matrimonio civile per le coppie formate da persone dello stesso sesso come sollecitato dalle sentenze 138/2010 della Corte Costituzionale e dalla 4184/2012 della Corte di Cassazione.- il riconoscimento pubblico delle unioni civili, cui sia possibile l’accesso a unioni formate da persone dello stesso sesso o di sesso diverso, attraverso una normativa differente da quella del matrimonio.- un nuovo sistema di diritti di singoli in un’ottica di welfare individuale, per continuare a inventare differenti forme di relazione, reti affettive complesse e articolate, amori multiformi che lasciano spazio alla libera scelta e all’imprevisto.
Per le nostre famiglie e per i nostri figli vogliamo:- estendere al partner, genitore non biologico, la co-responsabilità sul minore- estendere la possibilità di adozione alle coppie formate da persone dello stesso sesso o a persone singole- l’abolizione della Legge 40, definendo una nuova legge che permetta l’accesso alla procreazione assistita per singoli e coppie, anche dello stesso sesso.
Vogliamo che la discriminazione basata sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere sia combattuta: – dall’estensione della Legge Mancino (n.205/93)- da un sistema di interventi sui media-da interventi formativi per i dipendenti di tutte le amministrazioni e uffici pubblici, per gli insegnanti e gli operatori scolastici, per le forze di polizia;- con percorsi educativi rivolti a tutti gli alunni di ogni ordine e grado.
In particolare vogliamo che la Regione Lazio, in riferimento alla mozione approvata nel 2009 e il Comune di Roma in riferimento alla mozione dell’estate 2010, entrambe votate all’unanimità, si dotino di provvedimenti adeguati.Vogliamo che la legge 211/2000 istitutiva della Giornata della Memoria includa il ricordo dello sterminio sistematico di Gay, Lesbiche e Transessuali nei lager nazisti, insieme a tutti gli altri “stermini dimenticati”: Rom, Sinti, Disabili, Malati di Mente e Testimoni di Geova.Vogliamo che le persone transessuali e intersessuali possano trovare nelle istituzioni e nella società l’appoggio morale e materiale per vivere pienamente e in maniera serena la propria identità di genere. In particolare vogliamo che:- le cure, l’assistenza e le terapie necessarie alla transizione di genere siano erogate dal sistema sanitario nazionale.- il cambio anagrafico del nome proprio e dell’identificativo di genere non comporti l’obbligo di interventi chirurgici per le persone in transizione sessuale ed intersessuali.- sia introdotta, in tutti i possibili campi applicativi, di natura pubblica o privata, la possibilità di scegliere identificativi di genere specifici per le persone intersessuali e transessuali.- sia prevista l’applicazione della direttiva europea 207/76 e della sentenza della Suprema corte europea del 30/04/96 sulla parità di trattamento per accesso, formazione, promozione professionale e condizioni di lavoro anche alle persone che compiono la transizione di sesso.- la transessualità sia rimossa dal D.S.M. V (Manuale Diagnostico dei disturbi mentali) e dall’ICD 10,, aderendo alla campagna Stop 2012 per ladepatologizzazione del transessualismo e che per il trattamento vengano seguite le linee guida proposte al benessere dell’individuo.- sia abrogato l’articolo 85 del Decreto 773 del 1931 sul camuffamento e mascheramento in pubblico.- siano definiti ed attuati i protocolli per l’accertamento delle condizioni di rispetto dell’identità di genere per le persone sottoposte a provvedimenti restrittivi.-siano avviate campagne di sensibilizzazione e informazione sulla transessualitàsull’intersessualità, e in particolare siano rispettate le Linee Guida Etiche per la gestione clinica di casi di Intersessualità salvaguardando il diritto dell’autodeterminazione del singolo.Vogliamo che i professionisti dell’informazione definiscano e adottino un codice di autoregolamentazione per le materie LGBTQI come è stato già fatto per minori e minoranze etniche nelle Carte di Treviso e Roma.
Vogliamo che l’Italia diventi protagonista nel campo della difesa dei diritti umani nel Mondo, dando il massimo sostegno al lavoro dell’ONU per la depenalizzazione dell’omosessualità e per l’abolizione universale della pena di morte, ricordando che in taluni Paesi è prevista anche per i reati di omosessualità e transessualità.Vogliamo anche che l’Italia applichi pienamente la direttiva europea 85 del 2005 e le norme internazionali riguardo lo status di rifugiato per le persone perseguitate in patria per il loro orientamento sessuale e la loro identità di genere.Vogliamo che Regione, Provincia e Comune garantiscano parità di condizioni riguardo gli interventi e i servizi attuati, per quanto di loro competenza, rimuovendo ogni discriminazione derivante dall’orientamento sessuale e identità di genere che comporti, quindi, l’impossibilità di accesso a una piena cittadinanza delle persone LGBTQI (con particolare riferimento alla Sanità, all’assistenza economica, all’assistenza abitativa)Vogliamo che Regione, Provincia e Comune promuovano una corretta informazione e sensibilizzazione sulle malattie sessualmente trasmissibili e che siano aumentati i finanziamenti alle realtà che si occupano di cura e assistenza alle persone sieropositive e in AIDS.Vogliamo che gli enti locali assicurino spazi e momenti di aggregazione, informazione e sensibilizzazione sulla cultura del mondo LGBTQI incentivando, anche attraverso stanziamenti economici, le diverse espressioni culturali. 





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