lunedì 7 febbraio 2011

INDECOROSE E LIBERE! Appello verso la manifestazione del 13 febbraio

In questa fase di profonda crisi, politica ed economica, il tema della sessualità assume una nuova centralità; in questo contesto il ruolo delle donne viene nuovamente determinato e strumentalizzato da dinamiche di potere e ordini discorsivi ideologici e tradizionalisti.
   
Sicuramente da tempo c'è bisogno di una mobilitazione di donne contro il governo e il suo premier e non di certo solo per gli scandali sessuali. Le donne italiane si collocano tra gli ultimi posti in Europa per libertà e condizioni di vita, soprattutto in un quadro in cui il governo combina l'adesione incondizionata all'integralismo cattolico con quella ai dogmi del liberalismo sfrenato.
       
La direzione politica di Berlusconi è stata artefice feroci leggi che agiscono sul corpo delle donne, vittimizzandolo e stigmatizzandolo: la 40 sulla fecondazione assistita, l’abrogazione della legge contro la pratica delle dimissioni in bianco, che consente il licenziamento delle lavoratrici in gravidanza, l’aumento dell’età pensionabile sono solo alcuni esempi eclatanti delle politiche messe in campo dal Governo.
       
A questi si aggiungono i ripetuti attacchi alla legge sull'aborto; la dequalificazione e privatizzazione delle strutture sanitarie come, ad esempio, i consultori (vedi la proposta di legge Tarzia per la regione Lazio), l’ostracismo contro la diffusione della pillola RU486. Tutto questo in un paese che disinveste completamente sui giovani e sul futuro, tagliando i finanziamenti all’università e precarizzando selvaggiamente il lavoro. Donne e migranti sono i soggetti che subiscono le maggiori conseguenze di questo sistema politico, vedendo negate le garanzie fondamentali ad un’esistenza libera e dignitosa. Non da ultimo, l’istituzione dei CIE, veri e propri Lager, in cui le donne sono costantemente esposte alla violenza e all'arbitrio.
       
Gli scandali degli ultimi mesi che hanno avuto al centro la condotta sessuale del presidente del Consiglio fanno emergere un quadro di relazioni torbide e corrotte, in cui il ruolo della donna viene relegato ai peggiori sterotipi espressione di un sessismo arcaico e volgare.
       
D’altra parte, gli appelli che in questi ultimi giorni hanno chiamato a manifestare si rivolgono alle donne “per bene”, madri, mogli e lavoratrici, assumendo di fatto come prospettiva la separazione tra donne rispettabili e non rispettabili, invocando la difesa di una moralità univoca e astratta. Il rischio in cui incorrono queste posizioni è di colpire e stigmatizzare indiscriminatamente chi "vende il proprio corpo", ma non i discorsi e le pratiche sessiste responsabili della dinamica complessiva. Invece di opporsi realmente ad una certa idea retrograda e tradizionale della sessualità, non fanno che riproporne, in modo simmetrico, i contenuti.
       
Crediamo invece che i nodi politici da rimettere al centro siano di tutt’altra natura. Centrale è la questione della redistribuzione delle ricchezze tra chi fa i profitti e chi sta pagando questa crisi, tra chi possiede palazzi e chi non ha casa, tra chi si giova di stipendi milionari e chi non ha un lavoro.
       
Ma crediamo soprattutto che sia giunto il momento che le donne prendano in prima persona parola ed esprimano la propria posizione su temi che le coinvolgono direttamente. Da tempo la sessualità delle donne viene controllata e disciplinata, ricondotta alla mera riproduzione e all’uso del piacere maschile, in un quadro ambiguo in cui se da un lato le prostitute vengono criminalizzate ed emarginate dalla società attraverso i pacchetti sicurezza e le campagne moraliste, dall’altro, nei palazzi politici, se ne fa uso e consumo.
       
E' significativo che il momento di maggiore difficoltà del governo Berlusconi sia prodotto da una questione di rapporti sociali che hanno al centro la questione di genere. Questa volta sarebbe davvero una straordinaria occasione per suscitare una rivolta delle donne, che affermi l'importanza di una sessualità libera e consapevole svincolata dalla mercificazione e dalle norme imposte, in cui decisivi siano il riconoscimento dei desideri, la liberazione dagli stereotipi, e l'esercizio dell'autodeterminazione.
       
E’ con questo sentimento che attraverseremo la giornata del 13, perché pensiamo che sia imprescindibile una presa di parola pubblica e determinata da parte di tutte, per costruire un nuovo immaginario che affermi di nuovo la vera libertà delle donne.
       
            Ci vogliono addomesticate… NOI SAREMO INDISPONIBILI E RIBELLI!
       
centrodonnal.i.s.a., donnedasud, infosex-esc, lefacinorosse, lemalefiche, lameladieva, leribellule, luchaysiesta

mercoledì 26 gennaio 2011

SISTERS ARE DOIN' IT FOR THEMSELVES (TOO) - PERCHÉ SCENDERE IN PIAZZA IL 28 GENNAIO

editoriale a cura del collettivo LeMalefiche - Roma

Siamo parte di quel movimento che negli ultimi mesi è sceso in piazza contro la riforma Gelmini e contro l'ultimo attacco al diritto allo studio; siamo parte di una generazione che si sta ribellando, cosciente di non avere futuro.
 
La rabbia sociale che si è diffusa in questi mesi, esplosa il 14 dicembre nelle piazze, è testimonianza di una forte consapevolezza. Racconta della decisione di quella stessa generazione in rivolta di non restare inerme davanti ai continui attacchi ai diritti fondamentali, come l'università pubblica, la salute e il lavoro, e all'offensiva ugualmente violenta ai beni comuni, come le risorse ambientali e il territorio, da parte della politica istituzionale, in nome della crisi economica.

Come studentesse respingiamo con forza la riforma Gelmini che, insieme ai tagli imposti dall'ultima finanziaria, segna la fine dell'università pubblica. Tra i tanti criticabili provvedimenti, denunciamo come la riduzione del numero di ricercatori e ricercatrici comporti un sempre minor accesso delle donne alla carriera universitaria: le donne, pur rappresentando oggi il 58% dei laureati, hanno percentuali sempre più basse di occupazione quando si analizzano i gradi più alti della formazione e del curriculum accademico (ricercatrici 40%, prof.sse associate 32%, prof.sse ordinarie 14% e sono soltanto 2 le donne rettore). Non meno importanti sono gli effetti dell'entrata dei privati nei consigli di amministrazione degli atenei, dove imprenditori potranno di fatto pilotare direttamente i fondi per la ricerca secondo le proprie esigenze, e dell'accorpamento didattico di dipartimenti e intere facoltà: è facile immaginare come questo tipo di provvedimenti possa portare alla censura di alcune innovazioni disciplinari, come l'istituzione di corsi di Studi di genere, che con grande fatica in alcuni atenei si stava cercando di mettere in atto. Conseguenza di tutto questo è la sempre più carente offerta formativa, che pesa soprattutto sulle studentesse.

Volere un'università di massa, laica e pubblica è per noi ancora necessario: l'accesso all'istruzione è un passo indispensabile verso quell'emancipazione che le donne oggi pensano di aver conquistato, ma che invece viene loro rosicchiata di giorno in giorno.  
Non c’è la possibilità di essere libere di scegliere ed emanciparsi in un paese in cui le politiche sociali tendono a relegare la donna in casa e a delegarle tutto il lavoro di cura. Non c'è libertà di scelta quando i tagli previsti per la sanità portano a provvedimenti, come la proposta di legge Tarzia alla Regione Lazio, che mirano a definanziare i servizi pubblici come i consultori, luoghi di prevenzione e informazione sulla salute delle donne.
Non c'è libertà di scelta quando il peggioramento delle condizioni contrattuali e di lavoro ricade su lavoratrici che già vivono una condizione di maggiore oppressione rispetto ai loro colleghi uomini.
In questi giorni è sotto gli occhi di tutt* l'accordo proposto da Marchionne ai lavoratori e alle lavoratrici della FIAT: un attacco ai diritti fondamentali dei lavoratori in nome di una  politica che tende unicamente al profitto dell'azienda; l'offensiva al settore metalmeccanico ricade su una categoria, quella delle operaie, che già subisce forti discriminazioni.
   
La nostra analisi parte da "La voce di 100.000 lavoratori-lavoratrici. Sintesi dei risultati dell'inchiesta nazionale sulla condizione delle metalmeccaniche e dei metalmeccanici in Italia" a cura di Eliana Como, pubblicata nel 2008, promossa dalla FIOM.

L'inchiesta è basata su 96.607 questionari validi, somministrati in circa 4000 imprese metalmeccaniche su tutto il territorio nazionale. Il fatto che il 44,4% delle lavoratrici e dei lavoratori intervistati non appartenga ad alcun sindacato, rafforza la significatività e la rappresentatività dei risultati e scongiura il rischio che questi siano influenzati.

Degli intervistati il 22% sono donne, ricalcando il dato ISTAT 2001 per cui la presenza femminile nel comparto metalmeccanico è pari al 20,5%.
 
Abbiamo letto tutta l'inchiesta in dettaglio e quello che ne è emerso è imbarazzante.

In un comparto in cui già le condizioni di vita e lavoro sono critiche per tutt*, per le lavoratrici diventano ancora peggiori dal punto di vista del salario, della salute, dell’alienazione, della precarietà e delle discriminazioni.

Considerando che l'indagine si riferisce al biennio 2007-2008, non possiamo che pensare che la situazione ad oggi sia ulteriormente peggiorata, visto l’accordo/ricatto che hanno subito e subiranno i/le operai* FIAT nei diversi stabilimenti.

Secondo l'inchiesta il reddito netto medio di un operaio è di 1,246 euro mensili. Tra le donne la media cala (una donna su 3 guadagna meno di 1000 euro al mese): i redditi mensili delle donne risultano più bassi di quelli degli uomini, anche a parità di mansione, qualifica, ore lavorative ed anzianità.
   
La maggior parte delle donne sono operaie (66%) o inserite come impiegate nell'amministrazione. Le persone a capo di settori e reparti sono quasi tutti uomini ed è impossibile trovare un lavoratore uomo che lavori per un capo donna. È così che assistiamo spesso a relazioni sociali che si traducono in intimidazioni, discriminazioni e violenze legate al genere (6,7%), alle preferenze sessuali (5,2%) e all'etnia (1,9%) o alla nazionalità (20%). Nei confronti delle donne quindi, soprattutto se migranti e particolarmente giovani: addirittura il 4,7% dichiara di essere stata vittima di violenze fisiche da parte di colleghi uomini.

Inoltre un operaio su 5 dichiara che l’informazione sulla sicurezza sul lavoro non è adeguata.

È alta tra le donne (47%) la consapevolezza dei danni che il proprio lavoro comporta sulla salute: soprattutto le giovani lavoratrici ritengono che non potranno svolgere la mansione che ricoprono attualmente anche quando avranno 50 anni.

Da un recente studio ISTAT emerge che il 76,2% del lavoro familiare nelle coppie italiane  è a carico delle donne, in questo ambito infatti possiamo "vantare" un primato europeo. L'inchiesta promossa dalla FIOM non fa che rincarare la dose: il 75% delle lavoratrici dichiara di aver dovuto accettare un contratto part-time a causa degli impegni familiari e per il 31% delle donne è previsto un orario lavorativo di 40 ore settimanali particolarmente parcellizzato e stressante (al quale si sommano altre 20 ore di lavoro domestico). È anche più facile che siano le donne ad avere un contratto precario (il 13% rispetto all'8% degli uomini).

In tutti gli ambiti analizzati dall'inchiesta le donne risultano subire ricatti e danni (fisici e materiali) nettamente superiori anche a parità di mansione, ore di lavoro, titolo di studio e anzianità rispetto ai colleghi uomini.

Ecco che su circa un milione di posti di lavoro persi per la crisi economica tra il 2008 e il 2009, le donne rappresentano la maggioranza, nonostante l’impiego delle donne in Italia sia di 10 punti inferiore alla media europea.   

In questa drammatica situazione è importante sottolineare come, sempre secondo i dati ISTAT, molti dei "no" al progetto di Marchionne a Mirafiori, siano stati espressi da donne.
 
Segno questo di consapevolezza e responsabilità delle metalmeccaniche che, di fronte ad un accordo che ne peggiorerà notevolmente le condizioni di lavoro, scelgono di non cedere al ricatto imposto dall’azienda.
   
Saremo a Cassino il 28 gennaio al fianco dei lavoratori e delle lavoratrici doppiamente ricattabili, perché donne.
   
Oggi più che mai sentiamo la necessità di investire in un'unione delle lotte sociali tra studentesse, lavoratrici, precarie, migranti: è evidente la forte necessità di affrontare analisi e discussioni specifiche sulla condizione attuale delle donne; crediamo ci sia bisogno di un ragionamento ampio che vada dalle politiche securitarie, razziste e xenofobe, che vari governi hanno portato avanti in questo paese, alle politiche familiste della destra, agli stereotipi della televisione, alla strumentalizzazione dei nostri corpi.

Continuiamo a subire una duplice oppressione, quella di genere e quella che viviamo come studentesse e lavoratrici, sul luogo di lavoro, all'università o negli altri luoghi sociali in cui viviamo. Pensiamo quindi che proprio a partire da questi luoghi le donne devono riunirsi e autorganizzarsi, prendere coscienza della loro condizione e poi reagire, autodeterminandosi, radicalizzando e rafforzando così ogni forma di lotta.  

Ma una vittoria parziale è insufficiente: solo unendo le lotte si può rispondere alla rabbia che proviamo e che abbiamo portato in piazza, noi per prime, studentesse e donne in rivolta.

   
    PER QUESTO IL 28 GENNAIO TUTT* A CASSINO!

   
    LeMalefiche - Collettivo di studentesse dell'Università "Sapienza" di Roma

lunedì 6 dicembre 2010

MOBILITIAMOCI TUTTE

La Regione Lazio sta discutendo in questi mesi una proposta di legge, ad opera della consigliera Olimpia Tarzia, che porterà al definito smantellamento dei consultori pubblici, in molti casi uniche strutture che garantiscono assistenza medica e psicologica a titolo completamente gratuito , per moltissime donne, studentesse, migranti e famiglie.

Questa proposta di legge interviene su diversi livelli, attaccando in maniera gravissima i diritti e l’autodeterminazione delle donne:  se da una lato propone un’equiparazione tra consultori pubblici e privati, proponendo il merito della struttura, come criterio a cui subordinare l’erogazione di finanziamenti pubblici, dall’altro riconosce“ la dimensione sociale della famiglia, fondata sul matrimonio…votata al servizio della vita”, orientando l’erogazione dei servizi del consultorio non più alla donna e al sostegno alla sua autodeterminazione, ma alla famiglia eteronormata e patriarcale, come nucleo unico e fondante della società.

Come collettivo di studentesse della Sapienza, Le Malefiche, portiamo avanti da un anno una campagna per la creazione di un consultorio universitario, diretto ai bisogni delle studentesse, non solo come ambulatorio ginecologico, ma anche come luogo di aggregazione e riflessione comune, di autorganizzazione e autodeterminazione di tutte le studentesse, che vivono ogni giorno la nostra università.

Ovviamente non possiamo che essere in prima fila nel percorso cittadino che riunisce collettivi di donne, associazioni, centri antiviolenza, sindacati che sta lottando non solo perché la proposta di legge Tarzia non venga approvata, ma anche perché i consultori pubblici vengano finanziati, potenziati e sostenuti come luogo per la salute e l’autodeterminazione di tutte le donne.

RIPRENDIAMOCI I CONSULTORI E L’UNIVERSITA’.. RIPRENDIAMOCI TUTTO!!

VENERDì 10-12 Facoltà di Fisica, la sapienza

ore 13.30 PRANZO SOCIALE

ore 15 ASSEMBLEA DELLE STUDENTESSE: libere di scegliere, pronte a reagire!!

giovedì 28 ottobre 2010

CONSULTIAMOCI! - giornata all'università per tutte le studentesse

Oggi alla Sapienza nella facoltà di lettere si terrà l'iniziativa pubblica organizzata da noi studentesse del Laboratorio di Genere LeMalefiche. Un'iniziativa inserita nel percorso della campagna contro la Proposta di Legge Tarzia, una proposta regionale che prevede il definanziamento dei consultori pubblici, a vantaggio delle strutture private, permettendo inoltre l'ingresso di organizzazioni cattoliche come il Movimento per la vita, avallando la politica di trasformazione dei consultori in strutture per la tutela della famiglia e non della donna.
In questo panorama, molti collettivi e associazioni di donne hanno iniziato una campagna contro questa proposta di legge e per l'autodeterminazione delle donne.
La nostra iniziativa vuole inserire questo attacco alla libertà delle donne nell'attacco più complessivo che questo governo sta portando avanti nei confronti di tutto il settore pubblico, dei lavoratori e delle lavoratrici, della formazione e dei beni ambientali. Siamo convinte che queste siano tante facce di una stessa medaglia, quella che vuole costringerci a pagare una crisi che non abbiamo creato.

Per questo giovedì 28 alle 15 in aula 6 a lettere ne discutiamo con le studentesse, le lavoratrici e le operatrici dei consultori.
LeMalefiche - Laboratorio di Genere

   
PROGRAMMA DELLA GIORNATA:

   
MATTINA: nell'atrio di lettere sarà allestito uno sportello gratuito aperto a tutte le studentesse con una ginecologa di un consultorio e un'operatrice del centro antiviolenza Donna L.i.s.a.
ORE 13: PRANZO SOCIALE!

   
ORE 15 - AULA 6 DI LETTERE: ASSEMBLEA PUBBLICA. Interverranno: una donna della FIOM, un'operatrice del centro antiviolenza Donna L.i.s.a. e una donna dei consultori.


Le FOTO dell'iniziativa - VIDEO1 - VIDEO2

mercoledì 22 settembre 2010

NO ALLA LEGGE TARZIA!

Come laboratorio di genere delle studentesse della Sapienza, le Malefiche stanno continuando la loro campagna sulla salute delle donne e sui consultori, a maggior ragione in un momento in cui nella regione Lazio viene fatto un attacco forte e inaccettabile a questo servizio.

Diciamo NO alla legge Tarzia, che distrugge un servizio pubblico e finanzia i consultori privati!

qui di seguito l'appello per la conferenza stampa:

SALVIAMO I CONSULTORI PUBBLICI E GRATUITI
 
Sì ALLA SALUTE COME BENE COMUNE E ALL’AUTODETERMINAZIONE DELLE DONNE

mercoledì 22 settembre ore 12

Roma – Via Poli, 29
 
L'assemblea permanente delle donne che si è costituita per contrastare la proposta di legge regionale n. 21 del 26 maggio 2010 (prima firmataria Olimpia Tarzia) chiede il ritiro della proposta e che siano stanziate somme adeguate affinché i Consultori siano finalmente messi in condizione di operare al meglio valorizzando le professionalità e nel rispetto della volontà delle donne.

I Consultori sono strutture socio-sanitarie pubbliche di primo livello indispensabili per tutelare la salute soprattutto delle persone con maggiori difficoltà.

La proposta Tarzia ha una impronta ideologica inaccettabile per un servizio pubblico, che invece deve garantire accoglienza a tutte le culture e sensibilità. Di fatto la proposta vuole PRIVATIZZARE I CONSULTORI E PUNTA AD EROGARE FONDI PUBBLICI AD ASSOCIAZIONI CONFESSIONALI.

Nella conferenza stampa verranno evidenziati i punti essenziali della proposta e i passaggi che tendono ad abolire i principi fondamentali della democrazia, dell'uguaglianza e delle libertà fondamentali della persona in un ambito delicato come la salute.

La proposta di legge, oltre a cancellare l'indipendenza e la competenza delle operatrici e degli operatori avrebbe ricadute pesantissime sulla possibilità per migliaia di famiglie di accedere a minimi livelli di cura.
 
La proposta integralista attacca in modo inaccettabile l'autodeterminazione delle donne, che infatti sono cancellate e sostituite dalla "famiglia naturale fondata sul matrimonio" quale soggetto "politico".

Per il governo del centrodestra della Regione Lazio le donne sono incapaci di decidere in autonomia e, a partire dai Consultori, si intende limitarne la libertà imponendo loro un arretramento sul terreno dei diritti acquisiti.

La maternità è un diritto delle donne, che devono essere messe nelle condizioni economiche e strutturali di potervi far fronte con serenità. 

   

qui sul sito del centro donna lisa, potete trovare l'appello "salviamo i consultori" e la proposta di legge in formato integrale.

qui l'articolo di Repubblica e le foto dell'azione davanti ai consultori
 

sabato 15 maggio 2010

GENERI SOMMERSI

Il Collettivo LGBTI Sui Generis e il Laboratorio di genere Le Malefiche in occasione della settimana del 17 maggio (giornata internazionale contro l'omofobia) vi invitano a...


    GENERI SOMMERSI
    Costruzione di saperi, lotte e diritti di donne e soggetti LGBTI






 
martedi 18/05 ore 10:30 aula VI - Facoltà di Lettere - Sapienza
    PROSPETTIVE DI GENERE: WOMEN STUDIES/GENDER STUDIES

    intervengono: Paola di Cori - Prof.ssa Studi di genere - Università di Urbino
    Luca Trappolin - Ricercatore Sociologia dei Processi culturali - Università di Padova


  
martedi 18/05 ore 15 aula VI - Facoltà di Psicologia - Sapienza

    OLTRE LA SALUTE, PER IL BENESSERE DELLA DONNA

    intervengono: Elvira Reale - Direttrice Centro Prevenzione Salute Mentale Donna - Asl Napoli 1
    Centro antiviolenza Donnalisa - Roma



mercoledi 19/05 ore 10:30 aula VI - Facoltà di Lettere - Sapienza

   
GENERI AL LAVORO: PRECARIETÀ E FEMMINILIZZAZIONE DEL LAVORO
    intervengono: Angela Groppi - Prof.ssa Storia moderna - Sapienza
    Lidia Cirillo - autrice de I Quaderni viola





mercoledì 19/05 ore 16 aula VI - Facoltà di Lettere - Sapienza

   
TEMPORANEAMENTE TUA: INTIMITÀ E COMMERCIO DEL SESSO
    intervengono: Daniela Danna - Ricercatrice Studi sociali - Università di Milano
    Giulia Garofalo - International Committee on the Rights of Sex Workers in Europe
    PG Macioti - Progetto X:TALK - Londra



e poi...

    VENERDI 21/05 dalle 22.30 @ città universitaria - Sapienza

    FESTA QUEER

    dj set: anni '70-'80-'90: psv_dja

    elettronica: pin*klo

                   toy boy

    visuals: Q Ueer Inaction

    burlesque show: dixie ramone/balnche lenoir

    bodyart

    mostre/pink room

    INGRESSO GRATUITO


sabato 6 marzo 2010

pranzo sociale ed effetti speciali al pratone lunedì 8 marzo ore 13...

dopo la campagna dell'anno scorso, pillolissima 2009, lunedì segnerà l'inizio della nuova campagna 2010 sulla salute della donna: avremo tante informazioni su contraccezione, pillola abortiva, legge 194, laicità e tanti altri temi che ci riguardano come donne e studentesse...

per esempio avete mai pensato alla possibilità di avere un consultorio universitario? come lo vorreste?

lunedì vedrete delle macchie viola rivoltare la città universitaria... venite a pranzare con noi!

...avremo anche giochi interattivi ;)













FOTO PREPARAZIONE ALL'8 MARZO